L’importanza e la rilevanza dei primi momenti di inserimento in struttura in un progetto assistenziale e di vita per la persona affetta da demenza.

Relatori

Alessandra Nava

Lavora come Animatrice presso la Residenza Sanitaria Assistenziale  Quarenghi  a Milano, della Cooperativa Sociale Coopselios di Reggio Emilia. Dal 2009 come Atelierista e dal 2010 come Animatrice della R.S.A e del Nucleo Protetto Alzheimer. Laurea  [...]

Roberta Borsari

Psicologa Clinica e di Comunità e Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale. Dal 2002 lavora presso Cooperativa Sociale COOPSELIOS S.C. con gli incarichi di: Psicologo supervisore presso servizi per disabili psichici e centri psichiatrici Progettista [...]

Marina Gallo

Psicologa Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico. Ha conseguito un Master in Psicologia Gerontologica. Da anni lavora in Residenze per anziani svolgendo interventi sui residenti, sui familiari e sugli operatori. Collabora inoltre con alcune associazioni milanesi occupandosi [...]

Pietro Vigorelli

Pietro Vigorelli è medico, psicoterapeuta ad indirizzo conversazionale, consulente di formazione per le RSA e le UVA. Nel corso degli anni si è specializzato in Malattie dell'apparato digerente, in Psichiatria e in Medicina interna; è [...]

Cinque minuti per l’accoglienza in RSA. Un metodo basato sull’Approccio Capacitante – Vigorelli

Il giorno del ricovero è come uno spartiacque nella vita della persona e la divide in due mondi: ilMondo del prima e il Mondo del dopo. Le modalità di accoglienza risultano determinanti per il ben-essere o il mal-essere di tutti gli anni a seguire.

Basandosi su queste osservazioni il libro propone una procedura informale di accoglienza da mettere in atto sin dal primo momento, sin da quando avviene il primo aggancio visivo tra un operatore e il nuovo ospite. Il metodo proposto è stato sperimentato in numerose RSA in tutta Italia nell’ambito del Progetto Accoglienza, promosso dal Gruppo Anchise e patrocinato dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – Sezione Lombardia. Il fulcro del metodo consiste in un colloquio di cinque minuti in cui l’operatore non si occupa di raccogliere informazioni né di valutare il paziente e il suo stato cognitivo. Si tratta di un colloquio tra due persone timorose e curiose di conoscere e farsi conoscere. Lo scopo del colloquio è di realizzare uno scambio verbale felice, nelqui e ora dell’incontro: l’anziano si sente riconosciuto, anche se presenta deficit cognitivi, e si mettono le basi per una convivenza felice.

La pratica del Colloquio d’Accoglienza fa riferimento all’Approccio capacitante, già descritto dall’autore in un precedente libro, e alla Teoria dell’attaccamento di John Bowlby, opportunamente rivisitata e adattata per l’anziano. La separazione dal Mondo del prima è vissuta dal nuovo ospite come un lutto e può evolvere in una forma di adattamento positivo se l’anziano riesce a sviluppare una nuova forma di attaccamento al Mondo del dopo. La persona che si ricovera in RSA si separa dalle sicurezze/insicurezze del mondo precedente e cerca nuove sicurezze; l’inserimento si sviluppa favorevolmente quando l’anziano trova nella RSA e nei suoi operatori una nuova Base sicura.